Introduzione
Introduciamo l’articolo precisando che i difetti posturali sono estremamente diffusi nel contesto delle palestra, questi atteggiamenti posturali scorretti sono la risultante di abitudini errate che adottiamo durante la giornata. Pertanto un valido professionista del settore deve possedere la comprensione dell’ecosistema muscolare, in modo da poter sviluppare programmi individuali in base agli obbiettivi e agli atteggiamenti posturali del soggetto. In questo articolo affronteremo le strategie per contrastare l’iperlordosi, che va intesa fin da subito come una problematica poco piacevole, che apporta dei seri dolori e limitazioni al soggetto affetto.
Definizione
L’iperlordosi è una condizione caratterizzata da un’eccessiva curvatura della regione lombare della colonna vertebrale, dunque si tratta di un antiversione del bacino
Origini
Le principali origini di questa condizione includono:
- Debolezza e Squilibrio Muscolare: Quando si presenta uno squilibrio a carico dei muscoli complesso addominale, complesso degli elettori spinali, gluteo, ischio-crurali, ileopsoas, e quadricipite. Questo modifica l’assetto pelvico. La muscolatura addominale non va allenata solamente per l’estetica ma poiché svolge un ruolo posturale di fondamentale importanza nel supporto della colonna vertebrale. I muscoli addominali deboli possono contribuire all’accentuazione dell’iperlordosi. La sedentarietà può influire negativamente sulla forza di questi muscoli. Distinguiamo subito la “tartaruga” da un addome forte, un addome scolpito è indice di una bassa percentuale di grasso corporeo, mentre un addome forte è indice di un allenamento intenso che consente al muscolo addominale di svolgere egregiamente il suo ruolo posturale.
- Scarsa educazione posturale: Un’incapacità di mantenere una corretta postura durante le attività quotidiane può generare un sovraccarico sulla colonna vertebrale, favorendo l’iperlordosi. Il controllo muscolare e la consapevolezza sono cruciali per mantenere una postura ottimale.
- Mancata Distribuzione del peso: Ia scorretta distribuzione del peso può aumentare il carico sulla colonna lombare, intensificando la curvatura naturale e contribuendo all’iperlordosi, un esempio potrebbe essere il trasporto di uno zaino molto pesante che impedisce al soggetto di distribuire e uniformare correttamente il peso.
- Obesità: L’accumulo di tessuto adiposo nell’area addominale, comune nell’obesità, può portare a un cambiamento nella postura e nella distribuzione del peso corporeo favorendo l’antiversione del bacino.
- Problemi Strutturali: In alcuni casi, malformazioni vertebrali o altre anomalie strutturali possono essere alla base dell’iperlordosi.
Sintomi
- Dolore Lombare e affaticamento: L’iperlordosi si manifesta frequentemente attraverso l’insorgenza di dolore nella regione lombare. Tale sintomo si caratterizza per un’ampia variabilità di intensità, e può manifestarsi in modo persistente o episodico.
- Dolore nella Regione Plantare: Il corpo umano è caratterizzato da una complessa interconnessione di catene cinetiche, dove una disfunzione in una determinata area può ripercuotersi su altre. Nel contesto dell’iperlordosi, possono emergere dolori nella regione plantare dei piedi. In biomeccanica è importante adottare un approccio olistico.
- Limitazione della Flessibilità: Gli individui affetti da iperlordosi possono riscontrare una ridotta flessibilità nella zona lombare, dell’anca e degli ischiocrurali (bicipite femorale, semitendinoso e semimembranoso)
- Manifestazioni nei Casi Severi: Nei quadri più gravi di iperlordosi, possono emergere complicazioni che coinvolgono il sistema nervoso e l’apparato respiratorio.
L’obbiettivo primario
Identifichiamo ora l’obbiettivo che il paziente affetto da iperlordosi deve tenere sempre a mente:
Osserviamo attentamente la foto:
Il soggetto che accusa iperlordosi presenta uno squilibrio muscolare a carico dei muscoli ipolordizzanti raffigurati nel quadrante destro:
- Complesso addominale: Trasverso dell’addome,Retto, Obliqui
- Gluteo
- Complesso degli ischiocru18rali (femorale, semitendinoso, semimembranoso)
E i muscoli iperlordizzanti raffigurati nel quadrante sinistro:
- Erettori spinali
- Ileopsoas
- Quadricipiti
Pertanto il paziente presenta dei muscoli iperlordizzanti eccessivamente ipertonici, accorciati dei muscoli ipolordizzanti eccessivamente ipotonici e allungati.
Il vostro obiettivo è di realizzare un accorciamento controllato dei muscoli ischiocrurali, gluteo e addominali al fine di facilitare una retroversione pelvica, accompagnato da un contemporaneo allungamento dei muscoli quadricipiti, ileopsoas ed erettori spinali.
Strategie per contrastare l’iperlordosi
- Eseguire esercizi isotonici per modificare la morfologia del muscolo
- Potenziare il core e modulare l’allenamento sugli arti inferiori
- Eseguire dello stretching e sottoporsi alla terapia manuale
- Assicurarsi l’utilizzo di una postura ottimale durante tutto l’arco della giornata
In seguito riporto nel dettaglio delle valide strategie, che si propongo l’obbiettivo di favorire l’allungamento dei muscoli iperlordizzanti, con un contemporaneo accorciamento dei muscoli ipolordizzanti. Il mio invito al lettore è quello di affidarsi ad un valido professionista, poiché il tema è vasto e molto complesso e vi sono numerosi aspetti che vanno trattati con il paziente, tra cui esercizi comuni nei centri fitness che possono peggiorare drasticamente il quadro e che devono essere tempestivamente sospesi.
Prima strategia contro l’iperlordosi: Modulazione dell’Allenamento
Gli esercizi isotonici rivestono un ruolo cruciale nel contesto della rieducazione muscolare.
In particolare quelli volti a ricreare un equilibrio muscolare. In tema di allenamento mi preme riportare una frase illuminante che scritta da una delle mie insegnanti, Antonietta Vannini,
“un muscolo può modificare la sua morfologia, plasmare diversamente il suo profilo anatomico a seconda del lavoro che gli viene abitualmente richiesto: accorciarsi, allungarsi, assottigliarsi, ingrossarsi. il muscolo è quindi un elemento anatomico estremamente plastico. anche a livello delle strutture muscolari vige la legge della massima economia in virtù della quale il corpo umano amministra saggiamente e parsimoniosamente le sue risorse evitando inutili sprechi. “
Va notato quindi che la plasticità muscolare consente un’adattabilità significativa, pertanto possiamo armarci di questa saggia scrittura per lavorare sui paramorfismi tramite esercizi che prevedano accorciamenti/contrazioni incompleti e allungamenti completi, per massimizzare l’allungamento di muscoli precisi. Sui fasci muscolari eccessivamente allungati lavoreremo con degli esercizi ad accorciamento completo ed allungamento completo per favorire la ritrazione del fascio muscolare.
Seconda strategia contro l’iperlordosi: Il Core e gli arti inferiori
Un aspetto cruciale nel trattamento dell’iperlordosi è il core. Con il termine “core” intendiamo il centro del corpo, quella regione che comprende i muscoli addominali, dorsali e pelvici. Un core debole è spesso associato a dolori alla schiena e a squilibri posturali. Il suo rafforzamento è essenziale per mantenere la stabilità del tronco e sostenere la colonna vertebrale. Oltre ad esercizi mirati per l’addome e il dorso è importante non dimenticare i muscoli obliqui, relativi all’addome che svolgono un ruolo posturale di primaria importanza.
Inoltre un punto chiave è svolto dagli Arti Inferiori, quadricipiti, gli adduttori e gli ischiocrurali, giocano una parte fondamentale nel fissaggio della posizione e nella biomeccanica del bacino, quindi bisogna riporre particolare attenzione a quadricipiti e ischiocrurali.
Terza strategia contro l’iperlodosi: Stretching e terapia manuale
Lo stretching svolge un ruolo cardinale nel processo di trattamento dell’iperlordosi. La sua efficacia nell’indurre il rilascio delle tensioni muscolari è ben consolidata. Nel contesto dell’iperlordosi, particolare attenzione dovrebbe essere rivolta al muscolo ileopsoas, un frequente candidato all’accorciamento in individui sedentari. L’accorciamento dell’ileopsoas è intrinsecamente correlato all’accentuazione della curva lombare.
É importante l’allungamento, tramite apposite tecniche di stretching, dei muscoli Ileopsoas, quadricipiti e lombari che rivestono un ruolo cruciale nell’iperlordosi.
In aggiunta è consigliata l’integrazione di un massaggio muscolare profondo che potrà massimizzare i benefici dello stretching.
Nel trattamento è fondamentale l’adozione di un approccio multidisciplinare, questa modalità costituisce la chiave per un trattamento completo e mirato. La consulenza da parte di un personal trainer qualificato e di un fisioterapista specializzato in rieducazione posturale, offre un vantaggio significativo. La sorveglianza dell’evoluzione clinica riveste particolare importanza, poiché i pazienti sperimentano spesso una migliore qualità di vita e una riduzione dell’incidenza del dolore durante le attività quotidiane.
Quarta strategia contro l’iperlordosi: la compensazione
Il fenomeno di compensazione è un aspetto intrinseco della biomeccanica umana. Nell’iperlordosi, si verifica un adattamento progressivo lungo la catena cinetica. L’accentuazione della curvatura lombare può stimolare una risposta compensatoria caratterizzata da un aumento dell’iperiflessione toracica detta ipercifosi. Tale compensazione si propaga poi nella colonna cervicale, generando una lordosi cervicale accentuata. Questo adattamento avviene al fine di distribuire il carico ponderale in modo equilibrato, poiché il nostro corpo, cerca in ogni modo di non sovraccaricare le strutture ma, con altrettanto impegno, cerca di adattarsi alla funzione. Dunque fate attenzione a non aumentare l’ipercifosi nel tentativo di migliorare l’iperlordosi.
Situazione molto comune quando gli specialisti non sono propriamente tali.
Quinta strategia contro l’iperlordosi: Educazione Posturale
L’educazione posturale rappresenta una componente fondamentale per prevenire la recidiva degli squilibri. L’adottare posture corrette durante le attività quotidiane, contribuisce alla preservazione dell’allineamento vertebrale. Un bravo specialista, come primo obbiettivo, si prefissa di istruire il paziente alla postura corretta durante le attività quotidiane. Il paziente deve sviluppare una propiocezione del proprio atteggiamento posturale.
In conclusione ribadisco l’importanza di affidarsi ad un valido professionista del settore ed esorto il lettore, a divenire un valido alleato del proprio benessere e non un sostituto dello specialista. É importante che il lettore conosca le meccaniche e il funzionamento di base del proprio organismo, ricordando che l’approccio autodidatta è errato e distruttivo solo se applicato in mancanza di conoscenze e competenze.
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